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Francis
Bacon - Quadro
Nel 1974 Bacon,
chiamato a esprimersi sul nudo, sul rapporto di questo
rispetto alla statuaria antica e su un possibile riferimento
a immagini michelangiolesche di alcune sue opere, afferma,
con una celebre frase: Effettivamente Michelangelo
e Muybridge sono fusi insieme nella mia mente.[…]
Così, forse, è possibile che abbia
imparato da Muybridge riguardo alle posizioni e da Michelangelo
riguardo all’ampiezza delle forme, e sarebbe per
me molto difficile separare l’influenza di Muybridge
da quella di Michelangelo.
Insieme con il celebre
Studio del corpo umano (1949) questa tela rappresenta
una delle prime sperimentazioni sul tema del nudo. Incerto
è il sesso della figura, che sembrerebbe avere
tratti somatici femminili, a differenza dell’ombra
decisamente maschile. In linea con quanto affermato
dallo stesso artista appaiono evidenti la muscolatura
e una pienezza di forme che richiamano Michelangelo
Buonarroti, mentre l’atteggiamento delle figure
ricorda i soggetti in movimento di Eadweard Muybridge.
L’influenza di Michelangelo non può essere
qui intesa in senso programmatico e nel processo creativo
di Bacon, sempre empirico e imprevedibile, si fonde
con le suggestioni provocate dallo studio delle immagini
sequenziali di Muybridge, entrambi considerati da Bacon
indistinti e compenetranti.
Inconsueta è
la presentazione dell’immagine centrale entro
due bande laterali di colore scuro con un rettangolo
rosso in basso e uno blu in alto, struttura cromatica
che riecheggia le opere di Mondrian.
L’opera viene
presentata in mostra nel “Salone degli imperatori”
in un suggestivo confronto con il gruppo del Ratto di
Proserpina di Gian Lorenzo Bernini, superbo esempio
di potenza delle masse muscolari e di forze in tensione
tra due corpi drammaticamente divergenti, concepito
dall’artista che fu ritenuto “il Michelangelo
del suo secolo” .
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